La cucina etnica è la mia passione, lo è sempre stata, ho sempre cercato di assaggiare tutto (o quasi) senza pormi troppi problemi. L'unica volta in cui ho rifiutato di provare nuovi gusti ero a Bangkok, quando, passeggiando tra le viuzze della città, un venditore ambulante ha avuto la brillante idea di offrirmi cavallette fritte. Ho cercato di mantenere sangue freddo ed un'espressione aggraziata, senza riuscirci! Immagino che siano ottimi stuzzichini, ma
in questo caso neanche con un corso intensificato di autocontrollo riuscirei a deglutire senza rimettere tutto (mi spiace, ma a tutto c'è un limite).
La cucina etnica che più mi attira è quella cinese/giapponese/thailandese, adoro le spezie utilizzate, le salsine, le verdure...ma forse ancora di più apprezzo l'aria di una cultura così diversa dalla nostra, che questi piatti riescono a trasmettermi.
In punta di piedi provo a cimentarmi nella preparazione di questi piatti, i più semplici per il momento, anche per l'irreperibilità di alcuni ingredienti. E a proposito di questo, ricordo la mia prima esperienza con il maiale in agrodolce, un piatto cult nei ristoranti cinesi. Tra gli ingredienti veniva citata la maizena, di cui ignoravo l'esistenza fino a quel momento e a quanto pare non solo io. Cercai questo ingrediente sconosciuto ovunque, in tutti i negozi e supermercati, ma 30 anni fa non veniva commercializzato, tanto che pensai fosse un ingrediente superfluo. Decisi di continuare la ricetta "zoppa" semplicemente tralasciando la maizena, non sapevo fosse un addensante, non la sostituii con nulla. Errore che pagai amaramente, in quanto ottenni un chilo di maiale annacquato in una simil salsa agrodolciastra...