mercoledì 11 settembre 2013

Cronaca di una Grigliata (1)


La mia prima "Weberata"

Sin dall'alba dei tempi, quando ancora le femmine, ciarlando nelle caverne, sviluppavano il linguaggio, l'immaginazione e tutta quella roba li, il maschio, dopo il rituale caffè/brioche del mattino, tirava su la clava e la lancia con punta di selce e andava a procacciare il pranzo e, se gli andava di lusso, anche la cena. E questo è un fatto assodato.

Relativamente a chi dovesse occuparsi della preparazione del pasto, le scuole di pensiero si dividono. 
Eminenti paleontologi mitteleuropei sostengono che il maschio, oltre a procurare la materia prima per il pasto, si occupasse anche della sua cottura, relegando il ruolo della femmina al prelavaggio  delle ciotole in pietra prima di metterle in lavastoviglie o tutt'al più  a preparare un contorno di bacche ed erbe commestibili (per le bruschette dobbiamo aspettare che Colombo vada a scoprire le Americhe). 
Dal Nuovo Mondo invece giunge l'opposta teoria che il maschio, dopo aver faticato duramente per agguantare il mammut (che non lo direste dalla stazza, ma corre lesto!), consegnasse alla femmina il cosciotto, le costine ed il controfiletto, quello che s'era guadagnato insomma, stravaccandosi quindi sul divano e ristorandosi con birra e BLT prontamente serviti (per chi non lo sapesse BLT significa: Bacon, Lettuce & Tomato, cioè bacon, lattuga e pomodoro... e se stato obiettando a proposito di Colombo etc etc, non avete fatto attenzione quando ho detto "Nuovo Mondo": è li che Colombo ha trovato il pomodoro).


Siccome io aderisco alla scuola di pensiero mitteleuropea, dopo aver agguantato la mia preda ed averla "ridotta a più miti consigli", mi accingo anche a renderla commestibile. Per me è incontrovertibile il connubio: maschio-fuoco-carne. E' scritto nella mia memoria ancestrale. E' un istinto rettiliano.
Da bravo cavernicolo moderno, ogni qual volta la mia tribù si riuniva, mi auto-incaricavo della trasformazione del cibo tenendo conto di tutte le varianti e le sfumature richieste, insomma "c'è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda" e io per accontentare tutti carbonizzavo ogni pezzo di carne indistintamente: chi la vuole cotta, FUORI l'ha bella cotta, e chi la vuole cruda, DENTRO l'ha bella cruda. Semplice no?
No.
Un bel giorno, deciso ad infliggere tale castigo anche al pesce, apro un noto motore di ricerca, digito qualche parola, mi accingo ad esplorare i risultati e in cima alla lista mi appare un sito: BBQ4All. Leggo...
...e mi si spalanca un mondo a me sconosciuto fatto di attrezzature, metodi di cottura, spiegazioni fisico-chimiche dei processi che avvengono durante le varie fasi di preparazione e cottura. Insomma mi sbatte in faccia, giustamente, la mia ignoranza.
Ho trascorso letteralmente settimane leggendo procedimenti, consigli, esperienze, ricette, tutto insomma, giungendo alla conclusione che FORSE i miei metodi non erano proprio ortodossi.
Grazie al grande cuore di due carissimi amici, da un paio di mesi sono dotato di un kettle da 57cm di diametro, questo qui:

Lui! Il kettle!

e da allora si è cercato di creare l'occasione per una grigliata in compagnia, occasione che si è finalmente concretizzata a metà agosto.

Decisa la data vado da Damiano, il mio fido chianchiere, con l'intento di acquistare un po' di salsicce e qualche bisteccona, taglio fiorentina. Quando mi sento dire: "Luì mi dispiace ma fiorentine non ne ho", quasi mi cadono le braccia... Poi mi intrufolo nella cella frigorifera e mi appare davanti, in tutta la sua maestosità, un costato di manzo. Intero. E mi innamoro di nuovo. Ma la mia inesperienza mi frena e mi faccio dividere le "costine". Cuocerle tutte intere è ancora troppo per me e quindi torno a casa con queste:

Il pacchetto di sigarette serve a dare un'idea della misura.
Di buona lena, tornato a casa, apro la mia dispensa delle spezie (prima o poi ve le farò vedere tutte) e inizio a preparare il rub. La mia scelta cade sul Magic Dust Rub* che ben si sposa con il manzo e visto che non tutti gli ingredienti sono in polvere gli faccio fare un giro nel macinino (non l'auto!) e in un paio di minuti sono pronti alla bisogna. Un lieve curettage alle "costine" e in frigo.

Il giorno del battesimo per il kettle ci rechiamo nel luogo designato (per svariati motivi si tratta di un'area attrezzata) e inizio a trascinare il mio ovone nero tra gli sguardi straniti degli astanti. Si aprono le danze con l'accensione delle bricchette di carbone nella ciminiera e, mentre iniziano ad ardere, apro il fagotto con le "costine" e ne massaggio due con senape prima di cospargerle con il rub. Perché solo due? Perché le ragazze non vogliono il rub con il peperoncino, ovviamente! E io le accontento. Fesso.



I carboni sono pronti, li dispongo per una cottura indiretta, metto una teglia per raccogliere i grassi, il termometro a sonda viene infilato nel cuore della carne, aggiungo anche delle scagliette di legno di ciliegio, preventivamente bagnate, per affumicare e chiudo con l'intento di portare la temperatura di esercizio intorno ai 130°C al coperchio. Tra varie peripezie per mantenere una temperatura abbastanza alta e stabile da cuocere la carne (il buon Gianfranco Lo Cascio non mi aveva ancora insegnato come stabilizzare la temperatura) si arriva al punto in cui la fame prevale: la carne al cuore è a poco meno di 70°C, ma decidiamo di "assaggiare", non prima però di aver rinchiuso le restanti 3 "costine" in fogli di alluminio, riappoggiandole sulla griglia. E incomincio a tagliare...


... e taglia che ti ritaglia, le ragazze, invogliate dallo splendido profumo, vogliono assaggiare anche se si tratta di una delle due speziate. Mai errore più grande fu fatto da quando Adamo accettò la mela da Eva!

Ben poco di quanto ho tagliato si è salvato dalle piccole (mica vero) ma voraci bocche: in pochi minuti la prima "costina" è andata. Mi armo di pinza e prelevo la seconda, di quelle al naturale. Stesso destino. Così la terza. E indovinato un po' la quarta? Esatto. Anche quella spazzolata in niente.

Questo è quello che è toccato a me...

Anche se "quasi" digiuno, la giornata termina con grande soddisfazione mia e dei miei commensali e con qualche sguardo d'invidia da parte del circondario. Mitica la coppia che si è avvicinata, chiedendomi: "Scusa, ma che animale è questo?" e io: "Sono delle costine di manzo" e lei, sgomitando selvaggiamente il marito in un fianco: "Hai visto? Quelle che voleva dare a noi!!!"

Grazie per aver letto i miei vaneggiamenti, spero di avervi incuriosito al punto tale da farvi precipitare dal maestro Gianfranco e dal Team di BBQ4All per imparare cose nuove.
Luigi.


P.S.: Ringrazio mia moglie Romina, Rosario e Mery (che mi hanno regalato il kettle), Vita e Marco e, dulcis in fundo, Frankie e Milena che si sono prestati all'esperimento. (Vita la si vede nella foto sopra, con lo sguardo fisso nel vuoto... stava digerendo, poverina).

Le foto sono © di effeunoquattro per gentile concessione di Rosario e Frankie
* La ricetta del Magic Dust Rub proviene dal libro Peace, Love & Barbecue  di Mike Mills



8 commenti:

  1. Che spettacolo di giornata...
    Raccontata in maniera perfetta, buon Luigi!
    Continua così... i tuoi articoli sono perfetti!
    (ovviamente lo sono anche i tuoi barbecue!Non vedo l'ora di ripetere l'esperienza!) ;)

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    1. Grazie Frankie, ti sei assicurato un posto a tavola alla prossima grigliata :D

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  2. Mitico Luigi!!! Non sei affatto un pasticcione ❤

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  3. Ceerto che se mi invitavi....avrei potuto dare un parere più autentico....che meraviglia si mangia con gli occhi!!!!

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    1. Alla prossima ti mando un invito in carta bollata, poi vediamo se trovi scuse :D Grazie Donnie!

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  4. bravissimo Luigi, adesso la mia cena per stasera in confronto a quello che ho visto sembra cibo da ospedale(fettina di vitello e insalata). buona serata Anna

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    1. Ahahahaha! Grazie Anna, quest'articolo vuole anche essere un invito a prendere spunto. Se ti diverti a cucinare non puoi non voler esplorare tutte le sue sfaccettature, no? ;)

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